La Serracchiani tra Serra e Saviano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se dice una corbelleria la Serracchiani , non ci resta che ridere. O ci si indigna come fa Roberto Saviano ( ) .

Se la riprende Michele Serra, giustificandola sotto l’ombrello del tradimento di fiducia, mi viene da piangere. Il pianto si fa isterico quando Serra giustifica la posizione della Serracchiani col tradimento della fiducia del migrante che stupra in casa nostra. E bisogna proprio credergli, perché aggiunge che lui ama i migranti e li andrebbe a prendere, là dove sono, in aereo ed in nave. Forse sarebbe stata l’occasione buona per dirne quattro contro l’Occidente che crea in quei luoghi i motivi dell’esodo, armando una fazione contro l’altra e la peggior risma di criminali autoeletta a “Stato Sovrano”. Lo ha fatto e lo fa, l’Occidente, tradendo quella fiducia che le popolazioni – a nostro dire – primitive rimettevano nel nostro progresso civile e culturale. Se tanto ama i migranti, Serra, tanto dovrebbe odiare chi ha ridotto le loro terre in mercati d’armi, di organi, di uomini e di donne e di schiavi. L’Occidente di Serra questo ha fatto e questo fa, tradendo la fiducia che il mondo dei miserabili rimetteva nelle sue mani.

I cosiddetti intellettuali non colgono il centro della questione e cadono nell’inganno dialogico in cui si è tombata da sola – minibus? – la Serracchiani. Probabilmente a sua insaputa. Ma una malizia va aggiunta: Serra interviene solo dopo Saviano per bacchettarlo, perché quest’ultimo avrebbe ingiustamente tradotto la frase della Serracchiani col peggior topos linguistico della Lega.,

Proviamo a sparigliare le carte. Reset logico-cognitivo, si ricomincia.

Se si vuole parlare di migranti e di immigrazione, lo si faccia nel merito. Se il centro dell’attenzione è la gravità e la disumanità dello stupro, si discuta di questo. Se poi s’intende aprire un dibattito sulla “fiducia” e sul “tradimento” lo si faccia con l’approccio degno della delicatezza del tema e con l’acume necessario per non cadere nelle trappole già tese che l’una e l’altro , prima ancora che nella storia del loro lessico, hanno incise nel loro statuto semantico primario.

Parlare di fiducia, incrociando stupro ed immigrazione è , senza se e senza ma, assetto logico-cognitivo razzista. E si è anche stupidi: un razzista intelligente, per parlare di fiducia ed immigrazione, avrebbe discusso intorno ad un altro reato, più prossimo alle esigenze di sopravvivenza , come furto e rapina. E magari avrebbe ottenuto più consensi anche nello stesso PD. Ma tant’è: ormai anche le pietre sanno che il 90% degli stupri e delle violenze sulle donne sono ad opera di coniugi, compagni, padri. Amici di famiglia. Tutti uomini italiani che quotidianamente rompono il patto di fiducia familiare, cioè quello che li lega alla loro comunità primaria. Altro che immigrati. Si avvisi la Serracchiani.

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